LA CAVA A PILASTRI
Una Cava quasi mai incisa da piccone o martellina si snoda attraverso Pilastri di ampio fusto.
La prima domanda che mi sono posta uscendo da questa Cava è stata molto semplice. Come mai nessuno sembra sapere nulla riguardo a quale materia venisse estratta in questo posto? Evidentemente, se le persone che frequentavano il luogo in gioventù oggi non ne sanno nulla, la Cava in questione deve aver smesso di funzionare in un tempo antecedente la nascita delle stesse.
Ne deduco che già nel primo novecento la Cava non esisteva più.
Pur non essendo in possesso di un preciso riscontro sulla tipologia di produzione, a giudicare dal contenuto ambientativo la Cava a mio avviso deve aver riguardato un materiale di industria da costruzione o il trattamento di pietre ornamentali di rilevanza locale o materiale destinato a speciali lavorazioni, mi riferisco ad esempio ad argilla per laterizi o a roccia calcarea per calce.
L'assetto strutturale fa comunque presupporre di aver a che fare con una tipica Cava antica dove "l'avanzata", ovvero la profondità dello scavo è ottenuta anche qui mediante un sistema a cielo coperto come nella maggior parte delle Cave pubblicate, anche se non mancano nel Sito Web interessanti esempi di Cave a cielo aperto.
In questo caso specifico, la centralità dell'allestimento è offerto da una serie di scenosi pilastri perché l'ampiezza del loro fusto, cattura subito la nostra attenzione.
L'impressione ricevuta è quella di trovarmi di fronte ad un metodo di Scavo "a Camera e Pilastro".
Con questa particolare tecnica in effetti si scava il terreno lasciando i pilastri per il sostegno della camera. I grandi pilastri possono contribuire inoltre al sostegno pratico del terreno oltre che della volta stessa dell'ambiente di Cava.
La serie di arcate vuote in cui si sviluppa la Cava oltre ad essere levigate, precise, pulite, lineari senza manifestare dunque quasi mai tracce di piccone o martellina, scandisce il mio avanzamento cadenzato in ciascuna di esse con una lentezza tipica di chi, nonostante ignaro di cosa lo aspetti subito dopo, si adopera ugualmente con volontà analitica per non trascurare nessun dettaglio.
Alcune arcate risultano ostruite da un affollamento di pietre che anmucchiate una su l'altra riempiono lo spazio dell'arco quasi fino a chiuderlo del tutto.
Ogni più piccolo angolo di questi spazi sembra possedere le potenzialità per proseguire ancora oltre lo spazio fisico in cui mi trovo ma frane parietali e crolli vari sembrano porre un confine allo sviluppo originario.
Giungendo in fondo, osservo una volta dove le incisioni di fitte picconature divenute in questo unico punto molto concentrate ed evidenti, formano l'assetto di una cupola.
In basso, dei blocchi saldati a calce costruiscono un muretto alto che va a perimetrare il vano. Forse un intervento successivo? Uguale sensazione si presenta all'estremità del vano interno destro della Cava.
Anche qui troviamo una parete di mattoni saldati a calce che a me personalmente, restituisce la sensazione di andare a mutilare un vano ulteriore dapprima esistente ed in seguito chiuso forse perché precario. Qui troviamo infatti un ritaglio nettamente geometrico riempito da mattoncini che sembra frutto di un tamponamento.
Troviamo ulteriori rifacimenti in mattoni in tratti esterni delle successive Grotte.
Prescindendo dalla tipologia estrattiva, il fascino di questi ambienti, sia che si parli di Cave o di Miniere, consiste nella considerazione più o meno intuitiva di un modus operandi in ambito sia commerciale che architettonico che seppure scomparso ci lascia lo stesso la consapevolezza che la superficie della terra più volte perforata, coperta in vari punti da materiale di sterro, mostra sempre i segni delle estrazioni del passato in quanto dobbiamo tenere presente che la ricchezza mineraria del pianeta viene sfruttata fin dalla stessa preistoria.
Dall'età della pietra siamo passati all'età dei metalli, età che nella storia dell'uomo coincide proprio con il periodo in cui appunto si iniziano a trattare i metalli per costruire i primi utensili, un'età che nella periodizzazione storica sarà così importante da racchiudere al suo interno, le tre note ed importantissime epoche che prenderanno ciascuna il nome che ne diventerà connotativo, di un metallo ovvero età del rame, età del bronzo, età del ferro.
Iniziando con il praticare piccoli scavi sfruttando corna di animali ed altri strumenti rudimentali, siamo arrivati ad utilizzare oggi la dinamite prodotta attraverso le farine fossili di cui ho già parlato e complessi macchinari per ricavare dal sottosuolo quei minerali indispensabili per la nostra vita.
Interessante è precisare che l'industria generale dipende in misura sostanziale da circa un'ottantina di minerali e quasi tutti riescono a ricoprire il fabbisogno previsto, mentre un quarto di essi tra cui piombo, zolfo, stagno, tungsteno e zinco ad esempio, incontrano un po' più di difficoltà anche se tuttavia difficilmente si rischia di andare incontro a capacità di rifornimento inferiori perché in questo senso, i paesi produttori del terzo mondo come ben sappiamo, contano su un flusso stabile di esportazioni per conquistare valuta straniera. Basti pensare che più della metà del reddito nazionale dello Zambia è fornito dalla vendita di minerali.
Ancor più interessante in questo circuito commerciale è comprendere la differenza tra Risorsa e Riserva.
Infatti mentre per Risorsa si intende il quantitativo totale esistente di un dato minerale, ovvero un quantitativo fisso determinato dalla geologia, la Riserva è la percentuale di minerale che si può sfruttare con i mezzi a nostra disposizione.
Ovviamente ne consegue che la disponibilità del minerale, i fattori variabili del costo di estrazione, i prezzi del mercato e la ricerca di nuovi giacimenti, sono tutti fattori che influenzano la dimensione delle Riserve.
Non si può terminare questo mio excursus globale senza spendere due parole sul prezioso introito che otteniamo dall'opera di riciclaggio là dove quasi la metà del ferro necessario a fabbricare l'acciaio deriva dai rottami e quasi un terzo dall'alluminio.
L'attività del riciclaggio è importantissima perché ci permette un sostanziale risparmio di energia.
Contestualizzando con un esempio pratico, l'energia necessaria per produrre una tonnellata di alluminio secondario dai rottami è ad esempio solo il cinque per cento rispetto a quella usata per estrarre il metallo primario e lavorarlo.
Ma quali sono invece i metalli facilmente sostituibili? Tra questi abbiamo Antimonio, Cadmio e Selenio ma anche il Tellurio e lo Stagno.
Nella fabbricazione di scatolette e casse da imballaggio lo stagno è stato sostituito da vetro, plastica, acciaio e alluminio.
Ma se la vita ci insegna che non tutto è sempre sostituibile, i metalli lo sperimentano soprattutto con il platino ed il cromo.
SCORRI QUI SOTTO PER VEDERE LE IMMAGINI ED IL VIDEO:
.