"IL CASTELLIERE DI UMBERTO CALZONI: CITTÀ DI FALLERA":
Questo Video si preoccupa di divulgare notizie di base perché di difficile reperibilità là dove soprattutto, nella relazione finale che Calzoni redige in merito agli studi effettuati, auspica ad un ritorno sul luogo di posteri che ad oggi non è ancora mai stato effettuato.
Un Sito Archeologico sorprendente, Monte Città di Fallera si erge su di un'altura segnata da una ripida salita campestre che immette in un bosco segnato dai confini degli ingressi della "Piselli Cave", nota Cava del perugino che produce pregiati inerti per ogni infrastruttura stradale.
Siamo a Piegaro in provincia di Perugia e questo Sito dell'Umbria si è potuto studiare grazie all'interesse che inizia a sorgere negli anni venti per le Civiltà Italiche.
Proprio infatti nel 1925, "Città di Fallera" inizia ad essere studiata per la prima volta da Umberto Calzoni, Archeologo Perugino molto noto. Oggi a Perugia, nel Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria troviamo una Sala a lui dedicata.
Umberto Calzoni giunge a Fallera ingaggiato della Soprintendenza di Firenze in accordo con il Museo Preistorico dell'Umbria, con lo scopo di rintracciare testimonianze di una Popolazione Italica Pre - Etrusca.
La sua figura fu importante principalmente perché fu il primo ad ipotizzare che la zona fosse abitata già dal Secondo Millennio A.C grazie agli specifici reperti di uso quotidiano ottenuti ovvero, un'Ansa o manico di un Vaso Potorio ad impasto scuro molto Rozzo realizzato a mano, senza tornio, e due frammenti di altri due vasi con stesse caratteristiche ma che sono però anche decorati l'uno con una fascia non in rilievo ma ottenuta con uno stilo che andava a graffiare la ceramica fresca, e l'altro decorato invece con un Cordolo in rilievo realizzato a parte, che viene poi applicato e decorato con delle piccole incisioni realizzate con quello che Calzoni definisce un osso, probabilmente modellato come stilo.
Tutto cio' testimoniò un Sito abitato già fin appunto dal Secondo Millennio A.C per poi conoscere espansione ulteriore nel Primo Millennio A.C. quando viene costruito il Castelliere vero e proprio.
Grazie ai ritrovamenti di Urne Cinerarie Villanoviane, oggi sappiamo che fu abitato proprio da Villanoviani, oggi conosciuti come "Proto Etruschi" anche se all'epoca erano considerati una popolazione antecedente.
In particolare abbiamo indicazione di Capanne dalle pareti in legno e da Coppi molto rudimentali, in piena Età del Ferro, nel 1000 A.C.
Ma quali sono invece le Architetture principali che mette in luce Calzoni? Attraverso una pulitura di due grandi massi che spuntano dal terreno, egli scopre le fondamenta di una Cinta Muraria di forma circolare quasi del tutto integra al suo arrivo.
Scavando verso il lato del Lago Trasimeno trova poi i resti di un altro muro e attraverso un'analisi comparativa con gli altri Castellieri d'Italia, riesce a decifrare l'esistenza di due cinte di mura concentriche di cui quella integra è interna mentre l'altra è esterna, intorno alla collina.
Oggi purtroppo non resta che poco pietrame degli imponenti macigni che costituivano sia per spessore che per altezza questo Castelliere, paragonabile per le antiche dimensioni, ai notevoli Castellieri ben noti del Friulano.
Qui sono interessanti due elementi. Uno riguarda proprio lo spessore esiguo delle attuali pietre che ci restano, giustificato da una macerazione delle stesse con lo scopo di ottenere la polvere che veniva venduta per la lavorazione del cemento. Ecco perché oggi la maggior parte di questi reperti inquadrati nel Video, sono ridotti a scarti di lavorazione.
L'altro elemento invece, riguarda la fase di distruzione di questo Sito a cui mi aggancio brevemente. Fallera viene distrutta nel 1000 D.C. e si paventa l'ipotesi che fosse stata distrutta non tanto in seno ad un cataclisma naturale bensì all'effettuazione da parte degli abitanti stessi, di un vero e proprio trapianto di tutta la cultura materiale presente, con cui costruirono l'attuale borgo di "Greppolischieto", probabilmente considerato quale miglior zona strategica.
Questo processo di spopolamento distruttivo ha interessato moltissimi secoli, perfino nel secolo scorso si è poi purtroppo continuato ancora ad utilizzare il Sito come "cava a cielo aperto" per ottenere calce e cemento con cui costruire il borgo di "Tavernelle".
Tra i Castellieri più importanti e conservati dell'Umbria non si può prescindere dal citare il vicino Castelliere di Montegiove ed il vicino Castelliere della Torricella presso Montegabbione.
Ulteriore riferimento umbro vola al Castelliere di Colfiorito.
CURIOSITÀ': All'arrivo di Calzoni già esisteva ed era noto a tutti il toponimo "Fallera" che dunque riuscì ad essere tramandato dall'Epoca Romana ai giorni nostri per questo si pensa che la sua etimologia potrebbe derivare dal latino "Facula" ovvero Fiaccola che veniva collocata intorno ai Castellieri.