IL MURO ETRUSCO DI ORVIETO
IN OPERA QUADRATA
Il Muro Etrusco di Via della Cava ad Orvieto, è un Monumento Archeologico appartenente al Demanio dello Stato ed è in consegna alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.
Ringrazio sentitamente il Dott. Luca Pulcinelli per la gentile concessione della riproduzione di Foto e Video su “Il Ciglio di Scavo - Dallo Strato Zero in Poi” per conto del MIC- Soprintendenza ABAP dell’Umbria precisandone l’ulteriore divieto di riproduzione e duplicazione con qualsiasi mezzo.
Ebbene, l’odierna città di Orvieto prevede una dimensione topografica certamente più estesa rispetto a quella che caratterizzò l’epoca etrusca.
Nel 1966 attraverso un fortunato espediente geologico relativo al crollo di un paramento di un’abitazione ed allo smottamento di un orto pensile in via della Cava, si verificò un’infiltrazione del terreno in un ambiente di epoca medievale del tutto sconosciuto fino a quel momento.
Proprio in questa sede grazie all’Archeologo Mario Bizzarri fu possibile portare alla luce una porzione di un imponente Muro Etrusco in Opera Quadrata, ovvero un tratto della Cinta Difensiva dell’antica Velzna.
Si tratta in particolare guardando dall’esterno, della spalla destra dell’antica porta che segnava l’ingresso alla città (maggiormente arretrata quindi in quel tempo rispetto all’attuale ingresso di Porta Maggiore) porta di cui oggi non rimane traccia, mentre i materiali della spalla sinistra della Cinta Muraria stessa oggi mancante, furono probabilmente utilizzati in Epoca Medievale per la costruzione di altre opere.
Il nostro Muro chiamato anche il “Muro Solidissimo” per dirlo alla maniera di Zonara, costituì il Manufatto di difesa artificiale di rinfianco che andò a colmare limitatamente a questo specifico tratto, una Rupe aperta e digradante.
La scoperta di questo Muro segnò finalmente sia una credibilità per quanto fosse già stato affermato dallo storico bizantino Zonara nei suoi scritti riguardo una presenza a Volsinii di un “Muro Fortissimo”, sia una credibilità per la testimonianza di Procopio di Cesarea, storico greco ufficiale del generale Belisario, presente ad Orvieto al seguito delle truppe imperiali nel 538-539 DC., sull’esistenza di un unico accesso alla Rupe.
Il Muro conservato, in Epoca Etrusca chiudeva orizzontalmente la principale via di accesso al cuore del pianoro, l’attuale Via della Cava Decumano massimo di Epoca Etrusca. Verosimilmente la via principale attraversava tutto il pianoro tufaceo fino probabilmente al Tempio del Belvedere.
Il Muro in questione si estende per circa cinque metri di altezza ed è costituito da otto filari di tufo sovrapposti a secco di dimensioni piuttosto irregolari. Il primo filare era di fondazione e quindi ricoperto dal terreno mentre gli altri filari a vista o fuori terra, alternano tra loro altezze di cinquanta e sessanta centimetri.
Sottostante il filare di fondazione, a contatto della parete di tufo tagliata, è stato posto in opera un solo blocco di tufo in più.
A costituire un’altra caratteristica interessante è il fatto che il suolo alla base del Muro ed il masso tufaceo ad esso laterale sono ampiamente attraversati da percorsi scavati a piccone, certamente posteriori alla sua costruzione e che ne segnalano aspetti ancora da esplorare.
Nonostante la mancanza di elementi oggettivi di datazione ed una prima ipotesi di datazione al IV S. AC., l’Opera e’ stata poi fatta risalire alla fine del VI S. AC. o agli inizi del V S. AC. periodo di maggior fioritura economica e culturale della Città.
Ma un importantissimo Scavo come ci testimonia l’archeologo Claudio Bizzarri, deriva anche dai locali adiacenti a quello del Muro Etrusco.
Sono stati indagati infatti con tecniche stratigrafiche anche i due locali che precedono il luogo dove è collocato il Muro inoltre la generale peculiarità del collocamento dell’area di interesse ha restituito una notevole seriazione stratigrafica pertinente a tutte le fasi di vita della città fino a superare le 140 unità!
Non si possono non citare in fine alcune correlazioni tra il rinvenimento di questo Muro che si inserisce nell’organizzazione ad assi ortogonali ed il Muro di Fondo anch’esso in Opera Quadrata del Santuario di Cannicella là dove anche il Muro di Cannicella come quello di via della Cava, presenta un solo filare di blocchi di fondazione.
In linea generale inoltre, è interessante sottolineare come la tecnica costruttiva in Opera Quadrata non differisce molto da quella utilizzata nelle Tombe delle Necropoli di Orvieto del Crocefisso del Tufo e di Cannicella.
FONTI:
Biblioteca Luigi Fumi di Orvieto:
“Todi -Orvieto” - Ministero per i beni culturali e ambientali
Interventi per il consolidamento e il restauro delle strutture di interesse archeologico.
Concessionaria Bonifica S.p.A.
Giuseppe M. della Fina
“Orvieto in Età Etrusca” -
In viaggio con il Formichiere.
Francesco Pacelli
“Il Muro Etrusco di Via della Cava, un tratto della cinta difensiva dell’antica Velzna”.
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